Patriarcháty Pentarchie 4. Patriarchát Jeruzalemu .

I PATRIARCATI DELL’ANTICA PENTARCHIA

4. IL PATRIARCATO DI GERUSALEMME

(Stemma del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini)

Attualmente tra vescovi di diverse chiese portano il titolo di Patriarca di Gerusalemme: il Patriarca greco-ortodosso, il Patriarca dei Latini ed il Patriarca Armeno.

Il Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme fa parte della Chiesa greco-ortodossa che riconosce al patriarca ecumenico di Costantinopoli il titolo di „primus inter pares”. Alla Chiesa ortodossa di Gerusalemme spetta il titolo di Chiesa madre delle Chiese cristiane di Gerusalemme.

L’attuale Patriarca, che porta il titolo di Patriarca della Città Santa di Gerusalemme e di tutta la Palestina, la Siria, l’Arabia, l’oltre Giordano, Cana di Galilea e la Santa Sion, è il 140º successore di Giacomo il Giusto, il primo vescovo di Gerusalemme di cui si parla negli Atti degli Apostoli, titolo, quello di successore dell’apostolo Giacomo, oggi riconosciutogli anche dalla Chiesa Cattolica.

La Chiesa di Gerusalemme, pur essendo la culla della cristianità, nei primi secoli non aveva goduto di particolari distinzioni e, fino al V secolo, era rimasta una semplice sede suffraganea di Cesarea Marittima e dipendente dal patriarcato di Antiochia.

Prima Chiesa cristiana istituita direttamente da Gesù Cristo nell’Ultima Cena, nel I secolo era considerata il più importante centro di riferimento spirituale dalle comunità cristiane dell’età apostolica. Nella Liturgia di San Giacomo, suo primo vescovo, era celebrata come la „Santa e gloriosa Sion, madre di tutte le Chiese“. Dopo il martirio di San Giacomo nel 62, le Guerre giudaiche portarono in primo piano le altre sedi apostoliche di Antiochia, Alessandria d’Egitto e Roma: fino al V secolo, Gerusalemme rimase una diocesi suffraganea di Cesarea Marittima, a sua volta dipendente dal patriarcato di Antiochia.

(Teofilo III, Patriarca della Città Santa di Gerusalemme e di tutta la Palestina, la Siria, l’Arabia, l’oltre Giordano, Cana di Galilea e la Santa Sion)

L’Editto di Milano emanato da Costantino I (313), sulla libertà di culto nell’Impero Romano, segnò una ripresa dei pellegrinaggi a Gerusalemme. Il Primo Concilio di Nicea nel 325 riconobbe a Gerusalemme speciali privilegi ecclesiastici, ma non lo status di metropolia, il più alto esistente all’epoca per una sede episcopale.

Fu per merito del vescovo Giovenale che, nel Concilio di Calcedonia (451), la sede di Gerusalemme fu separata da Antiochia e dichiarata patriarcato. Durante la settima sessione, fu anche dichiarata Chiesa autocefala, indipendente da qualsiasi altro vescovo con più ampia giurisdizione. In questo modo l’intera provincia di Syria Palaestina, con 58 sedi vescovili, venne a far parte del nuovo patriarcato, che, nell’ordine delle gerarchie, occupava il quinto posto della cosiddetta Pentarchia, dopo Roma, Costantinopoli (eretta a patriarcato al Concilio di Efeso nel 431), Alessandria e Antiochia. Nei secoli successivi la Chiesa di Gerusalemme godette di un particolare splendore: furono costruite chiese e basiliche, e la sua terra fu meta di pellegrini ed eremiti.

Con l’invasione dei Persiani del 614 e con quella degli Arabi del 636, la Chiesa di Gerusalemme vide aprirsi un’epoca di declino e persecuzione. Il patriarca Zaccaria fu deportato in Persia, molti cristiani furono uccisi o fuggirono, e per anni la sede patriarcale rimase vacante.

Nel 1099 Gerusalemme fu liberata dai crociati e per tutto il tempo della durata del regno latino i cristiani godettero delle più ampie libertà. Il patriarcato dovette però subire la latinizzazione della sua chiesa: i crociati infatti instaurarono un patriarca latino che soppiantò quello greco, il quale dovette fuggire a Costantinopoli. Caduta Gerusalemme nel 1187 in mano agli arabi, il patriarca fece ritorno sulla sua sede, ma da questo momento le sorti della Chiesa palestinese saranno sempre più legate a quella di Bisanzio.

Nel 1517 la Palestina cadde in mano ai Turchi ottomani: da allora in avanti il patriarcato di Gerusalemme cessò di essere una Chiesa autonoma e per quattro secoli fu completamente sottomesso alla gerarchia greca di Costantinopoli. Segno di questa trasformazione fu l’instaurazione di una gerarchia greca che soppiantò quella araba locale: i patriarchi e gli altri metropoliti furono da questo momento greci.

All’inizio del XX secolo, in concomitanza con la fine del dominio turco e la nascita del protettorato inglese, il confronto fra gerarchia greca e il clero e i fedeli arabi degenerò in aspre dispute.

Il patriarca ortodosso di Gerusalemme è assistito da un sinodo di 18 membri ed è scelto tra i membri di una confraternita monastica, la Fratellanza del Santo Sepolcro, che nel 2007 contava circa 90 religiosi di origine greca e quattro palestinesi. La sede del patriarcato si trova nella Basilica del Santo Sepolcro, dove sono la cattedrale e la cattedra patriarcale, il Catholicon.

L’attuale Patriarca è Teofilo III. Insediatosi il 24 novembre 2005, nel 2007 ha ricevuto il riconoscimento dello stato di Israele e il conseguente ritiro di quello della Giordania. Il precedente Patriarca, Ireneo I, deposto dal Santo Sinodo per l’alienazione indebita di immobili del patriarcato, non ha riconosciuto la propria dimissione e l’elezione del successore e ritiene di essere tuttora il vero Patriarca.

La Chiesa greco-ortodossa in Terrasanta conta circa 200.000 fedeli in Israele, 150.000 nei Territori palestinesi, compresa Gerusalemme Est), e 150.000 nella diaspora.

Il 15 luglio 1099 Gerusalemme fu conquistata dai Crociati, che inaugurarono così il Regno di Gerusalemme che durò per quasi 200 anni.

Fino a quel momento tutti i cristiani in Terra Santa erano stati sotto la giurisdizione del Patriarca ortodosso di Gerusalemme, ma i crociati non accettarono di essere sottoposti a un religioso di rito bizantino, membro di una Chiesa separata da quella di Roma dopo il Grande Scisma del 1054 tra Oriente e Occidente. Perciò, il 1º agosto 1099 i religiosi crociati crearono il Patriarcato di Gerusalemme dei latini e ne nominarono primo titolare Arnolfo di Roeux.

Simone II, il Patriarca greco di Gerusalemme, finì per rifugiarsi a Costantinopoli attorno al 1107, e un suo successore non rivedrà Gerusalemme che nel 1187.

Fu istituita una gerarchia ecclesiastica latina, di rito romano: durante l’esistenza del Regno di Gerusalemme il patriarcato latino era diviso in quattro arcidiocesi a capo delle quali vi erano l’arcivescovo di Tiro, l’arcivescovo di Cesarea, l’arcivescovo di Nazaret e l’arcivescovo di Petra; aveva come diretti suffraganei i vescovi di Lidda-Ramla, Betlemme, Ebron e Gaza e gli abati del Tempio, Monte Sion e Monte degli Ulivi.

Il patriarca latino controllava inoltre il Quartiere latino della città di Gerusalemme (il Santo Sepolcro e le immediate vicinanze).

Dopo la caduta di Gerusalemme nel 1187, la sede del patriarcato fu trasferita a Tiro, poi a San Giovanni d’Acri nel 1191. Il patriarca tornò a Gerusalemme nel 1229, quando la città fu restituita ai Crociati, poi di nuovo a San Giovanni d’Acri nel 1244. San Giovanni d’Acri aveva una sua diocesi, ma le due furono unite nel 1261.

(Pierbattista Pizzaballa O.F.M., Arcivescovo titolare di Verbe ed Amministratore “sede vacante” del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini)

Quando, con la caduta di San Giovanni d’Acri nel 1291, le ultime vestigia del Regno furono conquistate dai Mamelucchi, la storia del patriarcato, che corrispondeva approssimativamente al territorio del Regno di Gerusalemme, terminò.

Tuttavia, la Chiesa cattolica continuò a nominare patriarchi di Gerusalemme titolari che, dopo il 1374, ebbero la loro sede nella Basilica di San Lorenzo fuori le mura a Roma.

Nel XIV secolo, oltre a questa basilica, il patriarca mantenne la competenza su numerosi domini orientali rimasti in mani latine (le isole greche di Cipro, Lesbo, Chio, Creta, Rodi, Nasso, ed altre minori), ma questi possedimenti diminuirono con il progredire, nel tempo, delle conquiste turche.

Nel 1842, la Chiesa anglicana istituì un vescovo anglicano di Gerusalemme, subito dopo fu la Chiesa ortodossa russa ad inviare una missione in Palestina.

Il 23 luglio 1847 papa Pio IX con il breve Nulla celebrior decise di ripristinare il Patriarcato di Gerusalemme dei latini, ma con un significato diverso rispetto al Patriarcato crociato: non veniva più messo in discussione il fatto che il Patriarca greco-ortodosso fosse il legittimo successore del primo vescovo di Gerusalemme. Il 4 ottobre fu annunciato che l’Impero ottomano autorizzava il reinsediamento, con competenza estesa su Palestina e Cipro.

Per evitare coinvolgimenti in questioni a carattere nazionale furono nominati solo patriarchi italiani fino al 1987, quando il cambiamento di questa politica fu segnato dalla nomina di Michel Sabbah, il primo arabo palestinese a portare il titolo.

La basilica del Santo Sepolcro fu eretta a cattedrale del patriarcato latino. Tuttavia, il patriarca latino può celebrarvi solo nei tempi e negli spazi assegnati alla comunità francescana della Custodia di Terra Santa dallo Statu Quo e secondo gli accordi con la stessa. Lo Statu Quo è un firmano ottomano del 1852, tuttora in vigore anche per effetto dell’Accordo Fondamentale tra la Santa Sede e lo Stato di Israele del 1993, che assegna i diritti sul Santo Sepolcro alle varie confessioni cristiane presenti: oltre ai francescani, vi sono gli Armeni, i copti, i siri e i greco-ortodossi, il cui patriarca ha al centro della stessa basilica la propria cattedra ed il Katholikon, ossia la propria cattedrale. La cattedra del patriarca latino non può essere collocata nella basilica del Santo Sepolcro e si trova quindi nella concattedrale del Santissimo Nome di Gesù, chiesa madre della diocesi, dove egli celebra normalmente. La residenza del patriarca è presso la concattedrale.

Dal 2016 la sede è vacante ed è retta da un Amministratore Apostolico, Padre Pierbattista Pizzaballa O.F.M., Arcivescovo titolare di Verbe ed ex Custode di Terra Santa.

Il Patriarcato armeno di Gerusalemme, noto anche come „Sede Apostolica di San Giacomo a Gerusalemme“, è una diocesi patriarcale appartenente alla Chiesa apostolica armena, fondata nell’anno 638.

Nel 638, quando il patriarca di Gerusalemme Sofronio I morì, gli arabi del califfo Omar non permisero l’elezione di un nuovo patriarca, che sarebbe avvenuta solo nel 692. Allora la Chiesa armena cominciò a nominare propri vescovi per le necessità dei propri fedeli.

(Nurhan Manougian, Patriarca Armeno di Gerusalemme)

Nel 1311 la diocesi divenne patriarcato quando i monaci del monastero di San Giacomo non accettarono alcune riforme decretate dal concilio armeno di Sis del 1307. Il vescovo armeno della città decretò per sé il titolo di patriarca.

La giurisdizione del patriarcato si estende ai fedeli armeni di Israele, Palestina e Giordania. Oltre all’antico monastero di San Giacomo, appartengono al patriarcato alcuni settori della basilica del Santo Sepolcro, il santuario edificato sulla casa di Anna e Caifa. La sede del patriarca è il quartiere armeno della Città Santa.

L’attuale patriarca è Nurhan Manougian, eletto il 24 gennaio 2013 come 97º Patriarca Armeno di Gerusalemme.

La Comunità Armena di Gerusalemme è per la maggior parte composta da profughi e sopravvissuti al Genocidio Armeno avvenuto in Turchia a partire dal 1915 infatti molti trovarono rifugio proprio nel Monastero Armeno di Gerusalemme. La popolazione armena di Gerusalemme raggiunse allora 25.000 persone. Ma l’instabilità politica ed economica nella regione negli anni successivi ridussero drasticamente il numero. La maggior parte degli armeni di Gerusalemme oggi vivono dentro e intorno al Monastero Armeno, tanto grande da occupare la maggior parte del quartiere armeno della Città Vecchia. Oltre a Gerusalemme, ci sono comunità armene a Jaffa, Haifa e Nazareth, e nei territori palestinesi. La maggior parte degli armeni che vivevano in precedenza in Cisgiordania, tuttavia, hanno lasciato il paese.

La comunità armena di Gerusalemme utilizza il calendario giuliano, a differenza del resto della Chiesa Apostolica Armena e delle Chiese orientali ortodosse che utilizzano il calendario giuliano rivisto.

(Suheil Dawani, Vescovo Anglicano di Gerusalemme)

Altre chiese, alcune cattoliche, hanno propri vescovi a Gerusalemme ma nessuno di loro porta il titolo di Patriarca. Come, ad esempio, Suheil Dawani, Vescovo Anglicano di Gerusalemme e Sani Ibrahim Charlie Azar, Vescovo della Chiesa Luterana Evangelica in Giordania e Terra Santa.

(Sani Ibrahim Charlie Azar, Vescovo della Chiesa Luterana Evangelica in Giordania e Terra Santa)

Camil Afram Antoine Semaan, Esarca patriarcale di Gerusalemme, Palestina e Giordania della Chiesa cattolica sira; Moussa El-Hage, Esarca patriarcale di Gerusalemme e Palestina della Chiesa maronita; Kricor-Okosdinos Coussa, Esarca patriarcale di Gerusalemme e Amman della Chiesa armeno-cattolica; ed ancora Anba Antonious, Arcieparca di Gerusalemme della Chiesa ortodossa copta; Gabriel Dahho, Arcieparca di Gerusalemme della Chiesa ortodossa siriaca; Aba Embakob, Arcieparca di Gerusalemme della Chiesa ortodossa etiope.

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